Bussi, le cui origini risalgono all’antica Roma, è un piccolo borgo il cui nome deriva dall’omonima pianta sempreverde (Buxus sempervirens) in passato molto diffusa nella zona. Solo nel 1880 il nome fu completato nell’attuale Bussi sul Tirino, in onore del fiume che lo attraversa.
Nel corso della storia molte furono le famiglie nobili che se ne impossessarono: i Cantelmo prima (1377-1579), i Medici poi (1600) fino ai Borbone e con Carlo III il Paese fece parte del Regno delle due Sicilie.

Intorno al 1700 a Bussi si sviluppa l’arte della ceramica grazie ad Antonio Francesco Grue che, avendo capeggiato la rivolta del 1716 contro il Marchese Mendoza, che voleva applicare dei balzelli sulle maioliche, fuggì da Castelli rifugiandosi proprio a Bussi dove fu proclamato governatore.
Qui trova l’acqua, l’argilla, la legna per i forni: può pertanto proseguire nell’arte della ceramica, favorendone la conoscenza e diffondendone l’amore e la passione, attraverso la nascita di numerose botteghe.
Tra le testimonianze architettoniche più importanti sono da ricordare i ruderi della Chiesa di Santa Maria di Cartignano, risalente al’XI sec. come chiesa di campagna prima e successivamente come monastero dell’Abbazia di Montecassino; le Chiesa di Sant’Anna a navata unica con affreschi del 1556, la Chiesa di San Lorenzo con sculture del IX sec. e la Chiesa di San Biagio che conserva al suo interno molte statue antiche.
Sono da ricordare inoltre, in località San Rocco, i ruderi di un’antica torre d’avvistamento a pianta triangolare, la Torre di Sutrium, nonché nella parte più alta del centro storico il Castello dei Duchi di Cantelmo, risalente all’XI sec. al cui interno si trovano un pozzo ed una scala in pietra del ‘500, nonché tele, camini ed oggetti nobiliari.

Il Paese è considerato la porta del sud del parco Nazionale del Gran sasso e Monti della Laga.