Immersa nel cuore verde d’ Abruzzo , compresa tra i comuni di Bussi sul Tirino 345 m slm, Capestrano 505 m slm ed Ofena 531 m slm, ricadente all’ interno delle due province di Pescara e L’Aquila, tra i distretti più suggestivi del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si trova la Valle del Tirino, solcata dall’ omonimo fiume, il Tirino, uno tra i fiumi più belli e puliti d’ Italia.
La Valle, collocata ad un’ altitudine di circa 350 m slm, forma un’ ampia conca di origine tettonica con notevoli accumuli di sedimenti lacustri risalenti al quaternario antico.
Nel 1995, gran parte della Valle del Tirino è stata ricompresa all’ interno del territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, successivamente sono stati rafforzati gli indirizzi di tutela ambientale e territoriale con l’ inserimento delle tre sorgenti e della parte superiore del fiume nelle Zone di Protezione Speciale (ZPS) all’ interno del programma comunitario “Natura 2000”.
La Valle è contornata da rilevanti massicci di origine calcarea: a nord le alture di Rocca Calascio e Castel del Monte, a ovest La Serra di Navelli fino a scendere giù nei pressi di Bussi con M.te Cornacchia e M.te Le Scuncole, la dorsale del Gran Sasso con andamento nord-est est con gli importanti rilievi come M.te Cappucciata, M.te Scarafano, M.te Picca, M.te Alto, M.te Pietra Corniale e M.te di Roccatagliata.
Il fiume prende vita dalle tre sorgenti principali di bassa quota quali : Il Lago, Presciano e Capo d’Acqua.
Il territorio tritano oltre ad essere considerato un contenitore di bellezze naturalistiche, custodisce diversi elementi di notevole importanza dal punto di vista storico e culturale come: il castello Piccolomini di Capestrano, il Castello dei Duchi di Cantelmo di Bussi, la zona archeologica di Capestrano dov’è stato rinvenuto il “Guerriero di Capestrano” tra i più importanti emblemi dell’ Abruzzo nel mondo, le romaniche chiese di San Pietro ad Oratorium e della Madonna di Cartignano, oltre al fatto che la Valle oggi presenta una varietà di colture e produzioni enogastronomiche con i famosi vigneti di Ofena nell’ alta Valle del Tirino, i tipici orti lungo fiume, storicamente chiamati “padure “ e “cannavine” con i loro particolari sistemi di irrigazione attraverso i canali solcati a terra che attingono l’acqua proprio dal Fiume Tirino.


LO SCRORRERE DELLA STORIA NELLA VALLE DEL TIRINO

Il ritrovamento di un frammento osseo di femore di un giovane di sesso maschile, nell’ alta Valle del Tirino, sul Monte Serra, nell’ attuale territorio di Ofena, ci testimonia la prima presenza umana nella Valle Tritana, con insediamenti in grotta risalenti a circa 80.000 anni fa, in piena età paleolitica, l’età della pietra antica.
Successivamente intorno ai 5000 anni fa si sono cominciate ad abbandonare le grotte e si sono cominciati a realizzare i primi insediamenti abitativi all’ aperto nei pressi di capo d’ Acqua, a ridosso di una delle tre principali sorgenti del Tirino.

Alla metà del I sec. a.C. l’ imperatore Claudio diede disposizione di realizzare una strada consolare che serviva da collegamento tra la città di Roma ed il versante adriatico, questa arteria attraversava tutta la Valle Tritata, che molto probabilmente coincideva con alcuni dei diversi tratturi interessati dalla transumanza che prevedeva lo spostamento dei greggi di pecore dagli Altipiani del Gran Sasso, scendendo nella Valle Tritana sino ad arrivare alle calde pianure pugliesi.
Lungo le sponde del fiume si sono da sempre, maggiormente in passato, concentrate la maggior parte delle attività economiche e commerciali che hanno caratterizzato il vivere quotidiano delle comunità locali, attività come: l’ artigianato di cesti e nasse da pesca, l’ artigianato di ceramiche, produzioni agricole nelle padure e nelle cannavine, allevamento di bestiame, la pesca di trote e gamberi, ecc…. tutti i prodotti di queste attività venivano portati nel grosso Mercato del Tirino sulle sponde del fiume dove confluivano altri prodotti come lo zafferano di Navelli, i formaggi di castel del Monte, la lenticchia di santo Stefano, ecc.. e dove sostando per alcuni giorni i pastori transumanti partecipavano agli scambi commerciali del Mercato con i prodotti dei loro greggi di pecore, prima di riprendere il cammino verso le miti pianure di Puglia.